La città di Santa Cruz della Sierra
Santa Cruz è la “città de los anillos” (città pianificata in tanti raccordi corcolari). Nel contesto della Bolivia è la città più ricca economicamente e meglio servita da ciò che il potere economico può offrire.
Il clima tropicale e la fertilità della terra hanno permesso l’installarsi del più grande parco industriale del paese, con grandi complessi agricoli e di allevamento del bestiame.
Nonostante tutta questa ricchezza. Come tutte le città latino-americane, essa ha un grande perifeia, molto popolata e povera, per lo più immigrati dalle campagne.
Plan 3000
Nell’anno 1983 vi è stata una grande alluvione con lo straripamento del fiume Pirai nella periferia di Santa Cruz della Sierra. Per sollevare la popolazione da questa tragedia il governo ha portato 3000 famiglie in una nuova periferia, più sicura, assegnando a ciascuno un piccolo appezzamento di terreno ed una capanna.
Con questo nucleo iniziale si è creato il bairro che oggi, dopo 24 anni, costituisce una città nella periferia di trecentomila abitanti.
Abbandonata a se stessa la “Ciudadela Andrès Ibanez”, (questa è il nome ufficiale), ospita una moltitudine di persone arrivate da tutte le parti della Bolivia, equilibrate tra povertà e miseria, e dove la maggioranza sopravvive in condizioni disumane.
[Plan 3000: “circolando al di là del terzo “anillo” della città di Santa Cruz, si può vedere un quadro di estrema povertà…”
Si oltrepassano una infinità di abitazioni di una fragilità assoluta, di piccole misure e con carenza assoluta dei servizi sanitari elementari. La promiscua atterrisce…le famiglie numerose, che condividono una miserabile casupola, dove vi vivono come in una specie di caverne e dove si sta sviluppando un sottogenere di individui, che superano appena il livello della razionalità, riuscendo appena a distinguere il bene dal male.]